Storia e Personaggi

Storia e Personaggi del Comune di Piane Crati


Descrizione

II toponimo Piane Crati ha una formazione piuttosto chiara. Non dovrebbero esserci dubbi, infatti, sulla sua derivazione dal latino in plano Crathidis (su una pianura del Crati). Peraltro, a dispetto della sua antica origine, il nome attua­le gli venne dato solo dopo l'Unità d'Italia. La data della sua fondazione è sconosciuta, per quanto tendenzialmente andrebbe situata nel Medioevo. Anche la nascita di Piane Crati potrebbe essere legata all'invasione saracena di Cosenza, in seguito alla quale i cittadini in fuga si sarebbero rifugiati sulle alture circostanti dando vita ai villaggi che sarebbero divenuti i casali di Cosenza. In ogni caso già in epoca medievale Cosenza era città d'una certa impor­tanza, sicché è normale che attorno a lei sorges­sero centri minori nelle campagne che sul capo-luogo gravitavano. Nei casali si producevano merci che trovavano sbocco sul mercato di Cosenza e sullo stesso mercato gli abitanti dei casali potevano rifornirsi di merci introvabili nel proprio paese. Inoltre la forza lavoro delle grandi proprietà di nobili e possidenti cosentini veniva prevalentemente proprio dai casali, il tutto secondo movenze assai comuni nel frasta­gliato mondo cittadino dell'Europa medievale. Il legame con Cosenza fu strettissimo anche sul piano politico.

I personaggi

Marzio Abenante

Fu "gran croce" del Sovrano Ordine di Malta e priore della chiesa di Santo Stefano di Pisa.

Lelio Lepiane

Nel 1609 fondò il convento a Piane Crati. Fu uomo dotto nelle discipline teologico-morali.

Michele Lepiane

Docente di medicina, fu membro dell'Acca­demia cosentina e della Real Società economica.

Vincenzo Lepiane

Canonico della chiesa metropolitana di Cosenza, fu vicerettore dell'antico Real Collegio della provincia, nonché socio della Real Società economica e vicepresidente benemerito dell'Accademia cosentina. Tradusse in dialetto calabrese il "Catechismo dei carbonari". Nel 1820 fu uno dei cinque deputati dell'effimero parlamento nazionale. Morì nel 1842.

Vincenzo Marrazio

Tra i sostenitori della Repubblica Napoletana, fu catturato nel castello di Corigliano e condan­nato a morte.

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